martedì 22 settembre 2009

IL TURISMO DENTALE



Il turismo dentale
27 Marzo 2008
dr. Maurizio Pedone
Medico-Chirurgo specialista in Odontoiatria
Saronno
Il turismo dentale, apparente, clamorosa, novità degli ultimi mesi, a dire il vero, novità non è.
Già ai tempi del blocco sovietico, liberi cittadini occidentali, soprattutto tedeschi, trascorrevano vacanze a Budapest, detta la Parigi dell'est, per dedicarsi alle attività termali e, con l'occasione, rimettersi a posto i denti.
Il Thermal Hotel, per citarne uno, edificato sulla fluviale isola Margherita, oltre che ospitare, naturalmente, un centro termale, disponeva di una clinica odontoiatrica, dedicata solo ai turisti, aperta 24 ore su 24.
Dedicata solo agli stranieri, perché l'accesso alle terapie odontoiatriche di tipo occidentale, in Ungheria, come in tutto il blocco dell'est, era, per i prezzi praticati, assolutamente proscritto al comune cittadino, il quale doveva accontentarsi di cure, nella migliore delle occasioni, senza anestesia e, sul versante della protesica, di dentiere in resina o di “stampate” in acciaio, ( protesi utilizzate, in occidente, solo in ambito veterinario) mancando la possibilità di approvvigionarsi di leghe auree utilizzabili nella costruzione di protesi dentali oltre che le conoscenze e tecnologie per realizzarle.
Negli anni 80, dall'Italia, si organizzarono pullman per l'Olanda dove sistemare i problemi ai denti in modo definitivo ed estremamente economico.
Tanto definitivo che, più d'uno, partì, più per curiosità che altro, con qualche carietta tornando con la dentiera.
Su pressioni della Comunità Europea, dopo pochi anni, il governo olandese pose fine a questa procedura criminale.
L'era moderna del turismo odontoiatrico cominciò sul finire degli anni 90, dal Triveneto, verso la Croazia, grazie alla contiguità territoriale, ed ai buoni uffici di terzi, soprattutto organizzazioni sindacali.
La diffusione dei voli low cost, ha poi facilitato l'accesso a tutti coloro che, essenzialmente abitanti nelle regioni sedi degli aeroporti serviti da questi voli, volessero rincorrere il mito dei denti a basso costo.
I paesi verso cui si dirigono i turisti dentali sono, in Europa: Croazia, Slovenia, Serbia, poi, ancor oggi Ungheria, ma anche Bulgaria e Romania; in Africa, si va in Tunisia e Marocco.
Davvero lontane, il che aumenta le possibilità si generino dei problemi, sono Brasile ed India.
Paesi tutti, questi, in cui l'odontoiatria occidentale è una recente acquisizione, ed, anzi, è una acquisizione indotta e sostenuta dal turismo, perché i prezzi che appaiono economici agli occidentali, sono ancora, spesso, proibitivi per la popolazione locale.
Per esprimere una critica obiettiva a queste strutture, bisogna definire alcuni concetti fondamentali.
L'odontoiatria, è costituita da procedure, per cui si adoperano delle attrezzature, e dei materiali, che, nelle procedure, vengono utilizzati e consumati.
Il trinomio per ottenere il risultato eccellente è quindi:
ottime PROCEDURE,
ottime ATTREZZATURE,
ottimi MATERIALI.
Le PROCEDURE, l'operatore, le fa proprie con una curva di apprendimento che parte al termine dei suoi studi universitari e si conclude solo il giorno in cui cessa di lavorare, per pensione, decesso o saturazione.
Ci si forma frequentando congressi, corsi d'aggiornamento ( sempre a pagamento), documentandosi sulle riviste specializzate, ma anche, ed anche questo fa la differenza fra i bravi e gli altri, ci si confronta quotidianamente con la realtà, imparando qualcosa ad ogni intervento, e costruendo, mattone su mattone, la propria esperienza; della passione non c'è molto da dire altro che, se non si ha passione, si dovrebbe fare un altro mestiere.
Quindi, riassumendo: le PROCEDURE derivano dall' ESPERIENZA alimentata da una continua e costosa FORMAZIONE.
Per quanto siano di buoni studi e volontà, gli operatori dell'est, odontoiatri, odontotecnici e personale sanitario tutto, si confrontano con procedure in cui sono solo all'inizio della curva di apprendimento, di cui hanno un esperienza limitatissima, di cui sovente hanno solo letto qualcosa sulle riviste occidentali; il che trasforma i loro clienti in inconsapevoli cavie da esperimento.
Sempre a proposito di procedure, oltre a quelle cliniche evidenti, vi sono altri tipi di procedure, talvolta inapparenti, ma non per questo meno costose, che formano il percorso di qualità.
Una di queste, è la procedura di disinfezione e sterilizzazione.
Senza dilungarsi nelle sue fasi, essa rappresenta un costo, in ore lavoro del personale, attrezzature e materiali, tale da incidere in maniera rilevante sul costo finale della prestazione.
Solo che, il Cliente/Paziente non la vede, e, nella mancata osservanza della stessa, gli effetti non è detto che siano immediati, ma, non per questo meno gravi.
Le ATTREZZATURE costituiscono un costo molto rilevante per uno studio.
La rincorsa agli ultimi ritrovati della tecnologia ha un senso; è esperienza comune che, dopo aver imparato ad usare davvero una certa attrezzatura tecnologicamente avanzata, ci si chieda come si sia fatto, fino ad allora, a farne a meno.
L'uso di attrezzature avanzate, contribuisce in maniera sensibile a migliorare la qualità delle prestazioni erogate, ed a diminuirne l'invasività; per fare un esempio, la radiografia digitale determina un'esposizione alle radiazioni molto più bassa di quella tradizionale.
Le attrezzature da sole, tuttavia, non possono nulla; se non adeguatamente utilizzate sono solo un'attraente esca per allocchi.
Non si può dire, facendo un tour virtuale nei siti dei dentisti dell'est, che, in genere, manchino di attrezzature all'avanguardia, ma non è evidente che sappiano usarle.
I MATERIALI anche questi da soli, se non integrati in procedure conosciute, non consentono l'ottimo risultato.
Ricordo che, alcuni anni fa, ci recammo, con il team clinico, a mettere degli impianti, con tecnica molto sofisticata, presso lo studio di un collega.
Durante l'intervento, il collega, armato di penna e taccuino, passò, febbrilmente, da una domanda all'altra, infastidendoci non poco.
Alla fine, terminato il tutto, pretendeva che riassumessi, per scritto, le caratteristiche di tutti i materiali usati.
Contrariato, presi il sacchetto dei rifiuti e glielo porsi dicendo: “ se frughi nella spazzatura vedrai che trovi le confezioni di tutto quello che abbiamo adoperato...”.
COSTI
Come fanno gli odontoiatri dell'Est ad avere prezzi bassi?
I prezzi sono certamente concorrenziali per le otturazioni e la protesi, meno, molto meno od affatto, per l'implantologia.
Ciò si spiega con il fatto che, queste organizzazioni, in preconcetto deficit di credibilità, debbano, di necessità, rivolgersi al top level degli impianti che pagano, peraltro, il 20% più dei dentisti italiani. Lo spazio per ridurre i costi dell'implantologia, al momento, quindi non c'è. Da rimarcare che, in media, anche il costo di attrezzature e materiali, è per i colleghi dell'est, più alto del 20% rispetto agli occidentali.
I prezzi più bassi, secondo loro, derivano dal minor costo del lavoro e dalla minore imposizione fiscale.
Una analisi dei costi effettuata dall' Associazione Artigiani della provincia di Vicenza nel 2003 in Croazia, ha evidenziato come i conti non tornino, se non si mette in conto un deficit qualitativo delle prestazioni.
Il viaggio, o meglio i viaggi, sono sempre a carico del Paziente.
Piuttosto ambiguo, e comunque non omogeneo, è il rapporto fra i costi espressi e le spese di soggiorno.
Da più parti si indica come queste vadano considerate incluse, almeno parzialmente, ma non è mai specificato.
Si concede, nei fatti, una notte, la prima, in albergo.
Il Paziente, novello cliente, invogliato dal preventivo allettante, decide di iniziare il viaggio, giusto per fare una vacanza, vedere, e quindi rendersi conto, convinto com'è di poter recedere in qualsiasi momento; mentre, una volta inserito nell'ingranaggio, si rifugia nel “ già che siamo qui.....” per giustificare una scelta di cui magari non è convinto.
La connaturale buona educazione e cortesia dei popoli slavi fa il resto.
COMUNICAZIONE
Quali sono i media con cui i dentisti esteri comunicano con i loro potenziali clienti, come trasmettono il loro messaggio?
Internet, il passaparola, e l'intervento di intermediari.
I siti presenti sul web, in una posizione facilmente raggiungibile, in prima o seconda pagina dei motori di ricerca, o nei link sponsorizzati, cioè a pagamento, sono solo una dozzina, probabilmente la punta di un iceberg, e, praticamente, sono solo vetrine, non davvero canali di conduzione per i potenziali clienti.
Una caratteristica comune: la maggior parte è redatta in un buffo ed improbabile italiano.
Evidentemente, quindi, la comunicazione efficace, si avvale di terzi intermediari posti sul territorio italiano e del passaparola.
Una condizione necessaria perché il passaparola possa esserci, è la soddisfazione degli interessati. Coloro che si sono sottoposti alle cure odontoiatriche all'estero sono evidentemente in larga misura soddisfatti tanto da suggerire ad amici e conoscenti l'emulazione del loro comportamento.
Ciò significa che la qualità percepita, dall'insieme dei trattamenti subiti, è buona.
Siccome buona, nei fatti, non è, ancora una volta, bisogna puntare il dito su chi, istituzionalmente deputato e pagato per farlo ( Ordine dei Medici ed associazioni di categoria, quali è l'Andi) non si è ancora speso in modo efficace per chiarire al Paziente la differenza fra qualità reale e qualità percepita; la differenza, in sintesi, fra essere Paziente e Cliente.
I terzi intermediari, salvo le rare agenzie viaggi specializzate, sono figure estremamente ambigue: non si capisce chi siano, dove siano, come traggano utile dalla loro attività e che utile traggano, se siano odontoiatri, se siano abilitati alla ricezione delle informazioni cliniche dai pazienti, che uso ne facciano.
Una indagine delle competenti autorità sarebbe largamente opportuna senza dimenticare che la legge Bersani deputa proprio agli ordini dei medici e degli odontoiatri il dovere di sorveglianza sulla trasparenza e veridicità della pubblicità sanitaria.
Ad ogni buon conto, questi intermediari, di cui spesso si ha solo un indirizzo email ed un numero di cellulare, invitano ad inviare, via email, o per posta ordinaria, la documentazione radiografica e fotografica a disposizione, nonché un piano di cura con preventivo ottenuto da strutture cliniche italiane di prestigio.
Questi la ritrasmettono a studi “selezionati” che fanno il nuovo piano di cure ed il relativo preventivo basandosi solo sulla visione del materiale inviato, e senza, è ovvio, aver effettuato alcuna visita. Oltre a questo nuovo piano di cura ne emettono uno che ricalca quello italiano con evidenziate le differenze di prezzo.
GARANZIE:
Quella di seguito riportata è, testualmente, la limitazione di garanzia di uno studio ungherese.
Ogni commento è superfluo.
La garanzia decade se:
· Se non vengono rispettati i consigli del dentista,
· Se l'igiene della bocca viene trascurata( cura insufficiente dei denti)
· Se i controlli vengono trascurati (vanno fatti una volta all'anno)
· In caso di perdita o aumento di peso considerevole
· La rottura naturale dell'appoggio o dell'osso mandibolare
· In caso di malattie, (diabete, epilessia, osteoporosi)
CONTESTAZIONI
Se una cura odontoiatrica non va a buon fine può causare al paziente un danno.
Tale danno porta il soggetto leso ad interrogarsi sulla responsabilità del medico che ha effettuato la cura e, a volte, dopo meditata riflessione, il paziente decide di spiccare una causa per il risarcimento.
In Italia a tale riflessione si giunge dopo avere sentito un altro specialista e dopo essersi consultati con un legale. In linea generale se il dentista che ha causato il danno è assicurato la questione si può risolvere con la Compagnia di Assicurazioni e, in caso di mancato accordo, si propone un’azione giudiziaria che si svolge secondo il rito e la legge italiana.
Ma se il medico non è residente in Italia e ha lo studio all’estero tale procedura si complica.
Infatti, in tale caso, sia la procedura arbitrale con la Compagnia di assicurazioni, sia la causa seguiranno la legge straniera.
L' avvocato, in tale caso, dovrà verificare se per la legge il paziente/cliente sia tutelato come in Italia e dopo di che dovrà verificare se esistono convenzioni tra l’Italia e il paese straniero che disciplinano specificatamente la procedura da seguire, tenuto conto che:
- se esiste una convenzione, gli atti introduttivi della controversia devono seguire la via diplomatica: l’Ufficiale giudiziario trasmetterà la documentazione direttamente all’Ambasciata competente che, a sua volta, ne curerà l’inoltro alle Autorità locali;
- se non esiste una convenzione, la notifica deve essere richiesta a cura dell’Ufficiale giudiziario, mediante invio di due copie dell’atto (con traduzione giurata se il destinatario è straniero) direttamente alle Rappresentanze diplomatico-consolari territorialmente competenti.
Le spese per sostenere la causa saranno quindi enormemente maggiori ed il risultato fortemente aleatorio.
POSSIBILI CAUSE DEL FENOMENO
Quali sono, infine, le cause di questo fenomeno? La risposta che viene immediata è: la ricerca di un risparmio economico nella necessità di un trattamento odontoiatrico.
Ma non è solo questo; sembra che, per alcuni, forse per molti, la terapia odontoiatrica non sia intesa come atto medico, ma come una sorta di wellness, di atto di “benessere fisico” non necessariamente sottoposto ai rigori dell'atto medico-chirurgico.
Approccio simile a quello che si ha per il termalismo.
A prescindere dai costi, nessuno si sogna però di andare a farsi operare un ginocchio, o di un tumore alla mammella, in strutture private croate piuttosto che marocchine.
C'è da chiedersi , ancora una volta, perché le organizzazioni pubbliche ed associative, quali gli ordini dei medici o l'associazione dentisti italiani, ANDI, non abbiano costruito, per tempo, una campagna di comunicazione che spieghi in modo trasparente e chiaro che, l'atto odontoiatrico, se non vi è a monte una attenta e rigorosa osservanza dei protocolli igienici, costituisce la potenziale porta per gravi infezioni quali l'epatite o l'aids; che l'atto odontoiatrico è un vero e proprio atto chirurgico con tutti gli aspetti del caso.

lunedì 21 settembre 2009

il fluoro fa bene?

FLUORO E POLITICA
scritto da Dr. Maurizio Pedone
www.amicodentista.com
Saronno 16 gennaio 2008
Potrà suonare strano, ma esiste una medicina “di sinistra”, non parlo di medicine alternative, ma delle medicina sociale per eccellenza, la prevenzione.
La prevenzione delle malattie infettive con le vaccinazioni, ad esempio; la prevenzione della tubercolosi, fatta nei lontani anni 60 con dei camion che giravano l'Italia a fare schermografie a tutti.
La sinistra però, e si vede anche in questi giorni, ha una naturale propensione all'autogol.
Raccontiamone uno famoso, di questi autogol della medicina sociale.
Siamo nell'America degli anni 40, presidente è il socialista Roosevelt; masse affamate dalla crisi del 29 l'hanno rieletto già tre volte e lo rieleggeranno una quarta; l'attenzione ai problemi sociali raggiunge livelli mai visti prima.
Anche per la salute pubblica si vuole fare qualcosa; si istituisce il Public Healt Service, con l'obiettivo che, questo, diventi, presto, un servizio sanitario pubblico come quello presente oggi in Italia, considerato dagli americani, non ridete, il secondo migliore al mondo.
Dal 1933, un gruppo fra dentisti e biochimici, fa intendere che, aggiungendo del fluoro all'acqua potabile, si diminuirebbe, e di molto, l'incidenza della carie.
Quale splendida occasione per fare della medicina preventiva a basso costo! Tanto più, che il fluoro da aggiungere alle acque, costerebbe pochissimo, visto che, la Alcoa, che, pressoché in monopolio, produce alluminio, di fluoro, come scarto di lavorazione, ne produce in quantità tale da fluorurare America e Canada.
Molti medici, però, non sono affatto d'accordo; nel 1944, il Journal of American Dental Association, pubblica un articolo, in cui, a carico del fluoro, si ravvisa il rischio che lo stesso induca osteoporosi, problemi alla tiroide ed alterazioni della colonna vertebrale, mentre, se ne contesta l'efficacia nel ridurre le carie.
Che fare? Come avere la certezza di fare la cosa giusta? Una medicina socialista, o sociale che sia, richiede un esperimento su scala sociale.
Nel 1945, ci si decise a fare uno studio serio che dimostrasse l'azione benefica del fluoro, verificandone, nel contempo, la tossicità; si prese un'intera cittadina, Grand Rapids, Michigan alle cui acque fu aggiunto il fluoro mentre alla vicina e simile città di Muskegon no.
L'esperimento doveva durare, ragionevolmente, 15 anni, ma gli abitanti di Muskegon, due anni dopo, ottennero, con la forza, che anche le loro acque venissero sottoposte a fluorizzazione vanificando, così, la sperimentazione.
In pochi anni così, senza alcuna prova scientifica, il fluoro venne aggiunto all'acqua potabile di tutto il continente. Reperirlo continuava a non essere un problema dato che, nella costruzione delle bombe atomiche ( progetto Manhattan), si doveva eliminare parecchio fluoro dall'esafluoruro di uranio per costruire il combustibile atomico e, naturalmente, in gran segreto.
Anche quando, come ai giorni nostri, l'alluminio è in gran parte riciclato, e di bombe atomiche si è sospesa la costruzione, di fluoro da immettere nell'acqua e nei dentifrici non vi è carenza, traendolo, ancora una volta, a bassissimo costo, dagli scarti di lavorazione, questa volta dai fertilizzanti.
Ci si potrebbe chiedere, però, che fine faceva, questo fluoro, prima di venire immesso nell'organismo dei cittadini? La risposta, sorprendente, è che veniva smaltito come rifiuto tossico di prima classe, cioè di massima pericolosità.
Nel 1939, quando cominciò questa storia, lo smaltimento dei rifiuti di lavorazione dell'alluminio contenenti fluoro, costava 36 centesimi di dollaro al chilogrammo; la quantità dei rifiuti smaltiti annualmente era di circa 150000 tonnellate. Una spesa, quindi, nel 1939, di ben 54 milioni di dollari annui; tutti soldi risparmiati buttandolo negli acquedotti e nei dentifrici.
Una curiosa coincidenza per terminare: i ricercatori che avviarono gli studi sul fluoro lavoravano per un istituto di ricerca di proprietà della stessa famiglia proprietaria della Alcoa, quella dell'alluminio.
Che idea ve ne siete fatti?

chi siamo, cosa facciamo

Un’indagine svolta, nel Gennaio scorso, da un’autorevole quotidiano inglese, The Indipendent, ha messo in evidenza come il primato per le cure dentistiche più care in Europa, spetti alla Gran Bretagna ed all’Italia.
Questi dati, li aveva già intuiti, da tempo, il dr. Maurizio Pedone che, per tamponare gli alti costi delle cure odontoiatriche, senza rinunciare alla qualità, ha creato, nel Febbraio del 2008, “Amicodentista.com”, organizzazione che, avvalendosi di Odontoiatri di provata professionalità associati negli acquisto dei materiali, riesce ad ottenere costi vantaggiosi che si riflettono sulle tariffe delle prestazioni, abbassandole notevolmente.
Questi studi si trovano nelle provincie di Varese, Como e Milano e sono tutti in sinergia con lo studio di Saronno, diretto dal dr. Pedone, che, con metodiche di alto livello, ottiene risultati d'eccellenza in tutti i campi, dalla protesi all’ortodonzia, alla conservativa fino alle più avanzate tecniche di implantologia, dove i Medici Dentisti e gli Odontoiatri di “Amicodentista”, eccellono per competenza.
Negli ultimi due anni, oltre 300.000 pazienti si sono recati all’estero per cure dentali LOW COST col miraggio di spendere meno ottenendo, comunque, risultati accettabili.
Oggi, si possono ottenere, qui in Italia, terapie odontoiatriche d'eccellenza a tariffe competitive con quelle praticate dai dentisti dell'est , senza doversi sobbarcare il costo del viaggio ed il disagio degli spostamenti e soggiorno.
Da Amicodentista.com la prima visita è totalmente gratuita e comprende, oltre ad un’accurata analisi dello stato della bocca, anche una radiografia panoramica digitale che permetterà di elaborare un preventivo ed un percorso di cure adatto al paziente.
Sono trascorsi 7 mesi da quando vi siete, per la prima volta, fatti conoscere al pubblico, cosa ha fatto Amicodentista.com fino ad oggi?
“Questi mesi sono stati molto belli, molto positivi; abbiamo lavorato sodo e con grande entusiasmo visitando moltissimi pazienti; molti di loro hanno deciso di fermarsi con noi per risolvere i loro problemi odontoiatrici. Non è stata una sorpresa, eravamo preparati, ma questo non ci ha tolto il piacere”.
Quali sono le prestazioni che vi vengono maggiormente richieste?
“Come avrà notato, navigando sul sito, la nostra specializzazione è nell'implantologia. Per diversi motivi, siamo convinti che questa sia la migliore terapia praticabile, sia che manchi un solo dente sia che, addirittura, manchino tutti. Probabilmente grazie a questa convinzione ed al messaggio diffuso, la richiesta più rappresentata è, infatti, per l'implantologia.
A volte, è proprio questa nostra vocazione, più che le convenienti tariffe, ad indurre molti pazienti a contattarci, e chiederci di risolvere con l'implantologia situazioni definite, da altri, irrisolvibili; situazioni che per noi irrisolvibili non sono”.
Quanto deve aspettare un paziente per ottenere una visita, posto che vi chiami il lunedì? “Al momento siamo poco oltre le due settimane e confidiamo di mantenere questi tempi di risposta”.
Terapie odontoiatriche al giusto prezzo, oggi è possibile ottenerle stando comodamente nel proprio territorio e sono a portata di mano, chiamando il numero verde 800.088315 o collegandosi al sito internet: www.amicodentista.com

chi ben comincia....

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